L'AMICO NARCISISTA
IL FUNZIONAMENTO NARCISISTA
Spesso si parla di narcisismo all’interno delle relazioni amorose, ma le difficoltà che i narcisisti incontrano nel rapporto con gli altri impattano in ogni tipo di relazione, quindi anche nei rapporti amicali.
Le persone dal funzionamento narcisista mostrano una certa autoreferenzialità: dunque sono centrate sulla loro prospettiva e hanno difficoltà a considerare le opinioni altrui. Ad esempio, se impegnate in una conversazione, potrebbero far fatica a lasciare spazio al loro interlocutore, magari cambiando discorso nel bel mezzo di una conversazione e preferendo parlare di sé, piuttosto che ascoltare l’altro. Questo perché sentono una certa “urgenza” nell’esprime il proprio pensiero.
Inoltre, l’essere ammirate le gratifica particolarmente e, dunque, tendono ad essere seduttive per conquistare l’interesse e la simpatia di chi sta loro attorno. Questo permette di piacere, di ottenere un immediato consenso nella relazione. Tutti protesi a conquistare il loro pubblico, spesso perdono il contatto con loro stessi e non sanno più comprendere i loro bisogni, che rimangono inibiti sotto il desiderio di ammirazione. Molte volte infatti portano in terapia un vissuto di solitudine e di mancanza di senso rispetto a ciò che fanno, soprattutto nei contesti di gruppo.
Il bisogno estremo del riconoscimento esterno, che sembra non bastare mai, le imprigiona nel meccanismo seduttivo precedentemente descritto.
L’AMICO NARCISO
Nei rapporti di amicizia il narcisista può vivere il coinvolgimento di altre persone, quindi ad esempio di altri amici, come una minaccia alla relazione; ha bisogno di sentirsi al sicuro nella relazione, e dunque percepire l’amico o l’amica interessato ad altri lo spaventa.
Non ricevere consenso destabilizza profondamente, tanto da portare vissuti depressivi, qualora non arrivi un sufficientemente riconoscimento dal contesto in cui la persona si trova. Questa necessità di riconoscimento è in realtà una fragilità, che rende dipendente dall’approvazione altrui, che se non viene ricevuta, porta a vivere forte sofferenza. La persona può non comprendere la causa della sua sofferenza, avendo poca consapevolezza delle dinamiche interne appena descritte.
La scarsa conoscenza di sé gli rende estremamente difficile aprirsi e condividere i propri stati d’animo. Anzi, sentirsi fragile, essere in difficoltà viene vissuto spesso come un segreto da nascondere; questo perché rifiuta la vulnerabilità, che lo spaventa. Infatti, il narcisista è più propenso a dare consigli ad altri piuttosto che condividere aspetti intimi e personali; o magari preferisce rimanere più in superficie raccontando fatti, esperienze, presentando la sua opinione, ma senza svelare parti intime di sé, sentendo il bisogno di mantenere la facciata di una persona di successo, senza problemi.
Sono solitamente persone poco empatiche, mostrando molta difficoltà ad immedesimarsi nella posizione dell’altro e a partecipare in maniera autentica ai suoi problemi, al punto tale da mostrare talvolta disinteresse.
ALLA BASE DEL NARCISISMO: L'ESPERIENZA DI VUOTO
È importante considerare che alla base del narcisismo c’è spesso un vuoto affettivo legato verosimilmente ad esperienze relazionali aride o poco rispecchianti nel passato, che lasciano conseguenze nel presente. La grandiosità, la centratura su di sé ed il riconoscimento esterno servono a compensare mancanze profonde. Le relazioni e le possibili conferme del presente hanno la funzione di “riempire” il vuoto interno. Negli altri, infatti, cercano quel riconoscimento che da soli non riescono a darsi.
Spesso si parla di narcisismo in senso distruttivo, come responsabile di relazioni tossiche. Tuttavia, c’è da considerare e comprendere le componenti di fragilità che caratterizzano il funzionamento narcisista, per sviluppare consapevolezza e poter affrontare dinamiche relazionali così complesse. Ciò è necessario a migliorare aspetti di intimità relazionale e la possibilità di relazioni più basate su un senso di reciprocità e di sintonizzazione con l’altro.