Domande e risposte
DISTURBO DI ANSIA GENERALIZZATA: UNA VITA PIENA DI ANSIA
Buongiorno,
sono da sempre ansiosa. Le situazioni al lavoro mi hanno sempre creato stress. È un’agitazione che non riesco a controllare, al punto che a volte mi blocco e non mi sottraggo dal fare certi lavori che mi potrebbero aiutare a raggiungere buoni obiettivi, anche economici… Sono estremamente apprensiva, penso spesso che andrà male. Ma non solo al lavoro, in generale vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto. Non mi piace incontrare nuove persone, fare nuove esperienze. L’idea che non so bene cosa succederà…non mi piace. Ormai anche con gli amici ed in famiglia mi sento agitata. Mi sento in gabbia, e non so come sottrarmi da quello che gli altri si aspettano. Potete aiutarmi?
E.
ANSIA GENERALIZZATA - IL PARERE DEL NOSTRO PSICOTERAPEUTA
Cara E.,
l’ansia si può presentare in maniera sporadica oppure come un tratto più stabile nella vita di una persona. Quando capita occasionalmente, può essere anche un aspetto positivo. Una spinta che attiva e ci permette di far bene, ad esempio. Se invece rappresenta qualcosa che ci colpisce spesso, sempre presente nella nostra vita, come se fosse una sorta di “spia sempre accesa” dentro di noi, rischia di interferire costantemente con la nostra vita in modo negativo. In questo secondo caso si può parlare di “ansia generalizzata”, cioè sempre presente, anche se di solito non con un’intensità eccessiva. Siamo in presenza di un livello sempre attivo di ansia o di preoccupazione, con dei possibili momenti di picco (attacchi di panico), che si può far fatica a controllare. Ad esempio, può inibire nelle situazioni interpersonali con dei picchi fobici, che generano svitamento e fuga in alcune situazioni. Ad esempio, essere molto timidi, non riuscire a conoscere nuove persone o relazionarsi serenamente agli altri. Evitare nuove esperienze. Inoltre, nel tuo caso, potrebbe esserci anche un aspetto di ansia prestazionale. Una possibile preoccupazione legata al timore di fallire, di non essere all’altezza delle aspettative proprie o altrui, e preoccupazione del giudizio.
COME AFFRONTARE L’ANSIA GENERALIZZATA
- Tieniti nel cassetto un “piano B”: per uscire senza troppa fatica dalla situazione che ti crea difficoltà. Questo potrebbe aiutarti a non tirarti indietro troppo precocemente e quindi immobilizzarti. Magari approcciando in maniera graduale e reversibile le situazioni ansiogene. Infatti, proprio perché questo tipo di ansia è generalizzata, cioè diffusa nella tua vita, non è possibile sempre esimersi dall’evitare le situazioni di difficoltà. Quindi è utile trovare delle strategie.
- Organizzati. Pianifica per tempo quello che sai ti creerà situazioni d’ansia. Nel caso degli incontri di lavoro o dell’attività da svolgere ad esempio, fai programmi alla tua portata (giornalieri e settimanali) e programmi di lavoro non troppo serrati. Cerca di non arrivare a ridosso delle scadenze con molte cose da fare (esclusi possibili imprevisti). Forse può esserti utile leggerti questo articolo sullo stress sul lavoro.
- Cura la tua qualità di vita. E’ importante mettersi nella condizione di dormire a sufficienza, ad esempio. Non affollare le tue giornate di impegni. Dedica ogni giorno del tempo a ciò che ti rilassa e ti fa stare bene. A volte ad incrementare l’ansia sono le cattive abitudini.
- Ascolta la tua ansia. L’ansia è un segnale importante, se la senti aumentare, prova a staccare se puoi, anche solo con la mente, per arrivare a quei picchi di ansia che possono sfociare in attacco di panico. Ad esempio, sul lavoro una decina di minuti di pausa ogni 50 minuti circa potrebbe bastare. Se invece ti senti oberata dagli impegni di famiglia, pensa che non devi sempre esserci per forza. Probabilmente i tuoi familiari ce la potrebbero fare anche da soli. Fai delle prove.
ANSIA GENERALIZZATA: COME PUO’ AIUTARE UNA CONSULENZA PSICOLOGICA
Qui di seguito alcuni dei temi sui quali può essere utile riflettere per intervenire in modo proficuo sull’ansia generalizzata.
- Gestire l’ansia in maniera tale che non divenga paralizzante. Si può convivere con l’ansia quando la si conosce. Cosa la genera? Come si manifesta? In che modo si può stare nelle situazioni che fanno paura senza scappare? Il primo passo ha proprio a che fare con la possibilità di tenerla a bada e non esserne schiavi.
- Migliorare l’autostima. Spesso l’ansia si può collegare ad una bassa concezione di sé: l’ansia da prestazione, legata al giudizio, alle aspettative proprie o degli altri. Pensare di valere poco o di non essere capaci possono essere due effetti collaterali dell’ansia. Lavorare sulla propria sicurezza personale aiuta a sentirsi più solidi e meno in balia degli eventi.
- Rimodulare le aspettative su di sé. Nel senso di darsi una direzione realistica nel proprio agire e raggiungere i propri obiettivi. A volte siamo vittime di aspettative idealizzate, troppo elevate, irraggiungibili. Dirsi più obiettivamente quale può essere il traguardo cui tendere, aiuta a ottenere dei risultati e ridurre l’ansia.
- Essere meno preoccupati del giudizio. Ovvero più capaci di tollerare anche il giudizio negativo. Non interpretarlo semplicemente come un fallimento o come una valutazione di sè come persone (del tipo: “hai sbagliato quindi non vali nulla, non sei capace”). E’ importante ad esempio vedere le possibili connessioni tra responsabilità, situazione specifica e sua gestione. Arrivando magari ad utilizzare le esperienze negative come occasione di apprendimento e confronto.
CONSEGUENZE DELL’ANSIA GENERALIZZATA
- Effetto macchia d’olio. Evitare prima le singole situazioni che generano ansia poi i contesti più allargati connessi a tali situazioni. L’ansia si espande coinvolgendo sempre più aspetti. Ad esempio, se sono le presentazioni di lavoro davanti a molti colleghi a crearmi fatica, magari si possono evitare le situazioni con gruppi troppo numerosi, ma si potrebbe provare ad esporsi nei piccoli gruppi o fare la presentazione con qualcun altro. Evitare del tutto le situazioni in cui esponi una tua idea o un tuo progetto, ti può portare ad una progressiva maggiore chiusura (effetto escalation), che non ti sarà utile. Ad esempio evitare di avere rapporti con tutte le persone che ruotano intorno a quell’ambiente.
- La profezia che si auto-avvera. Sentirsi progressivamente sempre meno capaci di affrontare le situazioni. Siccome l’ansia ha causato un insuccesso, si crea l’aspettativa che andrà sempre così in condizioni analoghe. Spesso questo pensiero negativo è capace di portare indirettamente a risultati negativi. Infatti, può accadere in modo inconsapevole che: ci si ritiri, si smetta di esporre le proprie idee, si consolidi il timore che gli altri pensino male di te. Questo può condizionare il tuo atteggiamento anche fuori dal lavoro, con gli amici e con la tua famiglia. Magari non riuscendo più a segnalare dei limiti per te importanti, ad esempio rispetto a quanto puoi o vuoi essere disponibile con le persone.
- Cercare di accontentare sempre tutti. Perché il solo pensiero che gli altri possano essere delusi o arrabbiati con te ti fa stare male ed aumenta la tua ansia. Quindi spesso rischi di essere troppo accondiscendente con le persone, anche in famiglia.
- Diventare dipendenti dagli altri. Avere la sensazione che senza l’aiuto degli altri non sei in grado. Sentire costantemente il bisogno di un appoggio. Questo causa una progressiva riduzione dell’autonomia personale.
SINTOMI
I sintomi individuati dal manuale diagnostico DSM V hanno a che fare con una condizione di ansia costante, che si presenta con elevata frequenza.
Inoltre, si fa riferimento ad una grossa fatica a controllare questi aspetti di preoccupazione, fonte di stress.
Tra le manifestazioni che compaiono nel manuale diagnostico ci sono:
- sentirsi agitati. Senso di irrequietezza o di “nervi a fior di pelle”;
- essere facilmente affaticabili. Sensazione di essere spesso stanchi, provati, senza energie;
- far fatica a concentrarsi o a memorizzare. Difficoltà a soffermarsi sulle cose o a tenerle a mente;
- essere irritabili, suscettibili o nervosi;
- avere i muscoli tesi. Come se anche a livello fisico non ci si potesse lasciare andare;
- fare fatica ad addormentarsi o a dormire in maniera riposante.
Un caro saluto.
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