Dipendenze tecnologiche | Risolvere

DIPENDENZE TECNOLOGICHE

Capita anche a te di controllare il cellulare appena ti svegli e di guardarlo come ultima azione prima di addormentarti? Le nuove tecnologie sono fortemente integrate nella nostra quotidianità, e il loro abuso può determinare talvolta la strutturazione di vere e proprie dipendenze. Qual è il loro impatto sulle nostre vite? Si può parlare di nuove dipendenze?

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TECNOLOGIA E QUOTIDIANITÀ 

Le nuove tecnologie e i devices tecnologici fanno ormai parte della quotidianità di ognuno di noi. Al giorno d’oggi si rimane sempre più tempo connessi, tanto che le ore trascorse online diventano parte della nostra realtà, provocando un impatto determinante su molti aspetti della vita. Io stessa, mi rendo conto di avere il cellulare sempre in mano, anche in studio, mentre svolgo i miei colloqui, lo tengo sulla scrivania, naturalmente silenziato, ma vicino, sempre presente. Lo stesso vale per i miei pazienti. Alcuni hanno lo smartwatch e spesso durante i colloqui giungono notifiche di messaggi, mail, chiamate di lavoro. Una sorta di presenza costante che ci porta sempre altrove, siamo qua e siamo anche là, connessi al lavoro, agli impegni, a quello che verrà dopo.

 

PERCHÈ PREOCCUPARSI? ABUSO DI TECNOLOGIA 

Tutti questi nuovi comportamenti ormai sono diventati un’abitudine, ma quando si può parlare di dipendenze? Siamo tutti dipendenti? Di fatto si tratta di una dimensione, quella virtuale, che ci tiene agganciati. Ci aiuta, portando una serie di agevolazioni, miglioramenti e rassicurazioni nella vita quotidiana, professionale, sociale e familiare di ognuno di noi. Essere raggiungibili o raggiungere gli altri diventa cruciale, sembra quasi impossibile farne a meno, è un mondo che ormai funziona così: difficile tornare indietro? 
È bene però tenere presente che se da un lato ci semplifica la quotidianità, vi possono essere delle controindicazioni. Infatti, per alcune persone la tecnologia può divenire la causa di disturbi, di comportamenti nocivi per la salute psico-fisica. L’utilizzo della rete può diventare compulsivo e trasformarsi in una forma di dipendenza comportamentale e mentale, che non è correlata a una sostanza che si assume, bensì ad un’abitudine, ovvero l’utilizzo del Web e dei devices tecnologici, che diventano una forma di rassicurazione e controllo consolatorio. 

 

NUOVE DIPENDENZE DIGITALI 

Nell’epoca moderna sono stati coniati nuovi termini per indicare differenti fenomeni nell’ambito delle‘nuove dipendenze digitali’, come la IAD, la FOMO, oppure la nomofobia.  Vediamo brevemente quali sono queste nuove dipendenze. 
La FOMO è la sindrome da paura di disconnessione da internet e riguarda la preoccupazione di rimanere esclusi. 
La NOMOFOBIA acronimo di No Mobile Phobia, è la paura di non poter utilizzare il proprio smartphone. 
La IAD (Internet Addiction Disorder) che si manifesta come dipendenza dalle piattaforme social, dai giochi, dalle scommesse, dal cibersex o dallo shopping on line.  
Queste tipologie di dipendenze non sono ancora riconosciute ufficialmente nei manuali diagnostici, ma presentano sintomi legati a stati d’ansia, irritabilità e nervosismo quando impossibilitati a connettersi. Si possono manifestare comportamenti compulsivi di continuo controllo dei devices, delle notifiche, con un progressivo incremento del tempo trascorso on line. Anche se ci si vorrebbe limitare, non si riesce più. Questo può portare a un isolamento dal mondo offline, dal mondo reale, ad un disinvestimento della propria vita, che si può manifestare con un calo di rendimento nello studio, nel lavoro o nel generale sottrarsi agli impegni quotidiani.

 

RISCHI DELLE NUOVE DIPENDENZE 

Non voglio con questo contenuto demonizzare questa nuova realtà e, anche se in molti casi l’utilizzo che ne facciamo non rientra in una forma vera e propria di dipendenza, non posso fare a meno di notare che questi dispositivi diventino sempre più ingombranti. Forse siamo arrivati al punto in cui stanno invadendo i nostri spazi personali e i momenti privati, di proficua solitudine? È importante preservare momenti in cui dedicarci con esclusività a ciò che stiamo vivendo e non essere sempre trasportati altrove. Veniamo indotti a uno stato di attivazione continua come se ci fosse sempre qualcosa di potenzialmente più urgente da risolvere. Diventa difficile prendersi spazi dove sospendere le attività e la nostra presenza on line, perché dobbiamo fare i conti con le aspettative del mondo esterno, che si aspetta una tempestiva risposta ad ogni richiesta. Credo sia importante ridare valore ai propri spazi, alle proprie attività, alle proprie relazioni. L’essere sempre iperconnessi rischia di compromettere la nostra concentrazione e il gusto di curare le cose che facciamo e che sono importanti per noi, così come il nostro esserci davvero nelle relazioni, nel qui ed ora.

 

QUALCOSA NON VA? SEGNALI DA RICONOSCERE  

  • Ti sembra che per te conti solo la rete  
  • Vorresti limitare l’utilizzo che ne fai, ma non ci riesci 
  • Dopo che sei stato on line, sei solo più stanco e triste 
  • Non riesci a dormire almeno 6 ore a notte 
  • Nel lavoro o nello studio fai spesso fatica a concentrarti 

Siamo tutti ormai molto legati a queste nuove realtà e diventa difficile stabilire se i nostri comportamenti siano una modalità di adesione a un nuovo contesto sociale o una vera e propria forma di dipendenza. In ogni caso, ogni situazione va valutata come un caso a sé stante, in base a fattori personali, famigliari, sociali e psicologici. Per farlo può essere sicuramente utile avvalersi dell’aiuto di un esperto Psicologo/Psicoterapeuta che ti può aiutare a riconoscere meglio la situazione e ristabilire le tue priorità.  

Per un approfondimento su adolescenza e dipendenza da internet ti rimando a questo link: https://www.risolvere.org/qa/adolescenti-dipendenza-internet 

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