L’apatia mentale | Risolvere

APATIA MENTALE

Stai attraversando un periodo della vita in cui non hai voglia di fare nulla? Ti senti perennemente “annoiato” e privo di stimoli? Oppure hai la sensazione che la tua vita sia un insieme di azioni senza un particolare obiettivo e significato? 
In questo articolo parleremo dell’apatia e di come si possa declinare in forme a volte poco riconoscibili. 

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COS’È L’APATIA MENTALE?  

L’apatia si definisce come uno stato di assenza di motivazione, disinteresse per le cose; si prova la sensazione di non voler fare nulla e si vive sempre con un velo di insoddisfazione. Spesso l’apatia viene collegata alla depressione, talvolta vengono anche sovrapposte. È importante sottolineare la distinzione tra le due: l’apatia rappresenta infatti uno dei potenziali sintomi di uno stato depressivo, ma può essere sperimentata anche da persone che non soffrono di depressione.
Nell’esperienza clinica, capita spesso di incontrare pazienti che, pur non manifestando particolari alterazioni dell’umore, riferiscono un senso di stasi, uno scarso interesse e una scarsa motivazione per le cose che fanno. Talvolta, le persone possono avere anche delle vite molto piene, essere immerse in routine estremamente serrate, ma è come se facessero tutto in maniera meccanica, senza riconoscerne un significato. In una situazione di questo tipo, cioè dove “il fare”, l’azione, è fin troppo presente, può sembrare strano parlare di apatia. In realtà in questi casi è possibile individuare una forma di “apatia mentale”, che va distinta dalla classica apatia. Mentre quest’ultima si riferisce a un vuoto di azione, l’apatia mentale si caratterizza per un vuoto di pensiero, di senso, pur talvolta in presenza di una pienezza di azione 

 

APATIA MENTALE: POSSIBILI CAUSE

Il contesto sociale attuale può facilitare vissuti di questo tipo, dal momento che ci sovraccarica continuamente di stimoli, che tendono paradossalmente a passivizzare, ostacolando lo sviluppo di un pensiero autentico e autonomo. Viviamo in un periodo storico caratterizzato dall’iperconnessione, che ci porta ad essere letteralmente bombardati e continuamente esposti ad informazioni, novità, condivisione; siamo iperstimolati dall’esterno, sommersi dalle vite degli altri, da progetti già molto investiti socialmente e che possono rappresentare modelli, obiettivi a cui tendere. Può diventare quindi difficile individuare la propria traiettoria, gli aspetti della vita che davvero ci possono interessare, perché convincenti per noi. Pieni di stimoli esterni, forse non sempre adatti, possiamo rimanere pervasi dalla sensazione di vuoto. Dunque, i pensieri nascono senza un vero valore e si resta bloccati nell’apatia.  Per essere coinvolti da ciò che si fa e si vive è necessario fare un investimento significativo sulle esperienze di vita, dando ad esse importanza e prendendosene cura. L’esperienza quotidiana può portare un senso di soddisfazione e di gratificazione grazie al modo in cui la viviamo, la pensiamo e le diamo significato.
Il continuo confronto con gli altri può “impoverire la nostra vita”, generando il pensiero che “la maggior parte delle persone faccia una vita più interessante”. Questo può demotivare a dare un significato, un valore alla propria di vita. La demotivazione può diventare la miccia che attiva il processo di disinvestimento e svalutazione dei propri progetti, facendoci sprofondare nell’immobilismo, nell’apatia. 

 

APATIA MENTALE: UN MODO PER NON DECIDERE 

L’epoca moderna ci offre una ricchezza incredibile di opzioni possibili, che si tratti di un ristorante dove cenare o di qualcosa di più importante, come l’università da frequentare o il lavoro da scegliere. Questa ricchezza, certamente positiva da un lato, dall’altro può ostacolare la nostra capacità di scelta; in un mare di possibilità ci possiamo sentire bloccati e incapaci di decidere, facendo fatica a mettere a fuoco i nostri desideri, i nostri interessi, perché il “troppo” ci disorienta o ci induce a temere di perdere molte opzioni in favore di quella scelta. Avere tante opzioni a volte ci fa sentire quasi “in dovere” di fare più cose possibili, di non poter rinunciare a nulla; l’obiettivo diventa in un certo senso “la quantità”. È importante sottolineare che ogni scelta implica necessariamente una rinuncia alle possibili alternative. Accettare di perdere fisiologicamente qualcosa e focalizzarsi maggiormente su quello che sembra più ragionevole e raggiungibile è molto utile per uscire da queste forme di immobilità. Dare forma alla propria vita passo dopo passo, senza troppa urgenza, facilita il non rimanere incastrati nella sensazione di rinuncia, di occasioni sfumate, e può essere di aiuto nel ricentrarsi, non perdersi e non cadere nell’apatia. 

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