Domande e risposte
UNA “SEPARAZIONE” IN SOSPESO
Mio marito mi ha lasciato dopo una vita assieme, perché dice che brontolavo troppo per i suoi parenti....e lui è arrivato ad un punto che è scoppiato ...e ha deciso di separarci. Ora, a distanza di alcuni mesi, ha deciso di riprovare a costruire qualcosa, ma in qualche volte che ci siamo visti, niente: né baci né abbracci. Mi dice che per lui è difficile. Era partito con quella che lui voleva una bella amicizia tra di noi, ma io gli ho detto: o con me o senza di me!
Cosa dovrei fare ?
Dal tuo racconto prende forma una crisi coniugale, nella quale emergono dubbi, esitazioni, ripensamenti sulle decisioni prese: separarsi o tornare assieme? Certo, non è facile lasciarsi dopo tanti anni passati insieme.
Mi sembra che siate in una terra di mezzo, non facile da abitare. Uno spazio incerto, che alimenta speranze: chissà se potranno essere soddisfatte.
Vedo la speranza di poter tornare assieme e superare un momento di crisi. È possibile credere ancora nel vostro rapporto? Possibile trovare un senso alla vostra relazione? Certamente avete messo in discussione molto del vostro rapporto: lui, manifestando per primo i suoi dubbi e la sua insofferenza; e tu, dettando le tue condizioni (“amici no; o con me o senza di me”).
LO SPOSTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ
Provo a condividere con te qualche riflessione. Mi soffermerei sul passaggio in cui racconti che tuo marito sostiene che “brontoli troppo” e che anche i suoi parenti se ne lamentavano, al punto da indurlo a non farcela più. Leggendo questa parte della tua domanda, mi sembra di intravedere un movimento di spostamento della responsabilità dell’accaduto su altro, al di fuori della coppia.
La designazione di un colpevole esterno (la famiglia di tuo marito) può condurre a un possibile processo di deresponsabilizzazione (“non è colpa mia”) e, di seguito, a una certa passivizzazione (“non ci posso fare nulla”).
Sembra che l’insoddisfazione o il disagio, invece di essere elaborati dentro la relazione, siano stati spostati fuori, appoggiati a un coro familiare che “giustifica” la crisi. È come se la famiglia d’origine fosse chiamata in aiuto e offrisse una testimonianza capace di legittimare il prendere una decisione (lasciarsi), altrimenti troppo difficile da assumere.
Attenzione a non trasformare questa prospettiva nel motivo principale della vostra crisi. Il rischio è quello di deresponsabilizzarvi a tal punto da non sviluppare una vostra lettura personale della situazione: cosa non sta funzionando più tra voi?
DARE SENSO AI SEGNALI
Rimanendo ora sulla tua domanda, proviamo a sviluppare una riflessione che spero possa esserti d’aiuto. Forse non è ancora il momento di decidere, ma è il momento di dare senso a ciò che senti, a ciò che desideri tu.
Può essere utile, in questo momento, chiedersi cosa voglia raccontarci quel “brontolare” di cui parlate. Credo possa rappresentare un modo di segnalare che qualcosa nella relazione non funziona più come prima, un modo di esprimere insofferenza.
Mi sembra che questo “brontolare” possa raccontare qualcosa di entrambi: per te, forse, la richiesta di attenzione e di riconoscimento; per tuo marito, la fatica di stare in una situazione in cui sembra non capire cosa sta succedendo: “perché brontoli? cosa non va?”. E ancora, la difficoltà di esprimere come si sente in questa situazione (“questo brontolare mi fa stare male”).
Chissà se fosse possibile trovare un altro modo di esprimere ciò che provate. Credo che su questo aspetto varrebbe la pena soffermarvi, confrontarvi e fare dei tentativi per affrontare gli aspetti della vostra relazione che sembrano starvi stretti. Come recuperare una vicinanza tra voi?
UN PERCORSO POSSIBILE
In momenti di crisi come questo, può essere utile valutare la possibilità di una terapia di coppia. Uno spazio condiviso con un professionista può aiutare a comprendere i significati del conflitto, a ritrovare il dialogo e, soprattutto, a riscoprire la possibilità di scelta dentro la relazione.
Vuoi fare una domanda?
Preferisci chiedere in modo anonimo l’opinione dei nostri terapeuti?
Ti basterà indicare uno pseudonimo e selezionare l’opzione utile ad oscurare la tua email.