Disturbo borderline | Risolvere

CREDI DI ESSERE BORDERLINE?

Negli ultimi anni, si sente sempre più parlare del disturbo borderline, spesso in modo improprio. Ma come si manifesta esattamente questo disturbo e quali sono gli approcci per intervenire?

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Puoi riconoscerti nel funzionamento borderline se ti capita di provare:   

  • Rabbia molto intensa,  
  • Instabilità emotiva con repentini sbalzi di umore, 
  • Angoscia di essere abbandonato, 
  • Identità incerta e immagine di te instabile, ossia confusione rispetto a te stesso e difficoltà nel pensare “chi sei”, 
  • Relazioni interpersonali difficili, 
  • Crisi di angoscia e di vuoto, 
  • Impulsività agita attraverso eccessi come abuso di alcol, sostanze, etc,     
  • Sintomi temporanei di tipo dissociativo (ad esempio la sensazione di sentirti distaccato dal tuo corpo, dall’ambiente, dalla tua mente) o pensieri paranoici in situazioni di forte stress,    
  • Pensieri suicidali e autolesivi.      

 

PERCHÉ SUCCEDE?     

Se ti riconosci in queste caratteristiche è possibile che il tuo funzionamento mentale e affettivo possa inscriversi nel quadro di un funzionamento di personalità borderline. 
Di cosa si tratta? Si tratta di una condizione in cui rabbia, vuoto, angoscia, paura sono costantemente protagonisti, con un’intensità ed una frequenza tali da condannare a uno stato di dolore psichico costante, che annienta. Per questo motivo, spesso chi manifesta questo tipo di funzionamento, potrebbe sentirsi incapace di affrontare la vita, convinto che sia impossibile essere amato o voluto. 
L’instabilità emotiva può portare a sentirsi in balia dei propri sentimenti, senza comprendere il motivo di tali reazioni, con l’umore spesso altalenante. 
La paura maggiore è l’abbandono, e per proteggersi si possono attuare forme di attacco alla relazione e al legame con l’altro. Con il tempo, la fiducia e la speranza di poter contare sugli altri possono svanire, alimentando la delusione e portando ad agire in modo distruttivo, sia verso se stessi che verso gli altri. Spesso, chi vive questa condizione ha una grande sensibilità e alle spalle una storia familiare difficile, segnata da delusione, sofferenza e una mancanza di riconoscimento dei propri bisogni affettivi. La sensazione di non essere mai stati al sicuro può prevalere. 

  

DIAGNOSI: UTILITÀ E PERICOLI 

È importante precisare che in questo articolo non vengono proposte diagnosi. Entrare in quest’ambito è infatti una faccenda di una certa serietà e precisione, che presuppone la necessità di sottoporsi ad un percorso diagnostico accurato e approfondito.
Ma perché si sente la necessità di trovare una diagnosi?
Spesso, la diagnosi può essere rassicurante perché consente di comprendere il motivo per cui si sta male, dando una spiegazione alla sofferenza. Al tempo stesso però potrebbe esporre al rischio della stigmatizzazione attraverso etichette diagnostiche, che potrebbero fissare addosso qualcosa di rigido e immodificabile.
A volte, si corre infatti il pericolo di identificazione con la propria diagnosi, che dovrebbe invece essere intesa come uno strumento utile per orientarsi e uscire da un senso di confusione. La diagnosi non dovrebbe essere considerata come un punto di arrivo, bensì come un punto di partenza; un avvio per comprendersi meglio e, da lì, ricostruirsi, ricominciare ad occuparsi della propria vita, dei propri progetti, delle proprie relazioni ed immaginare un futuro possibile, in cui le difficoltà di oggi possano essere affrontate.
Nello specifico, comprendere di trovarsi nell’area del funzionamento borderline, potrebbe essere utile a vedere, ad esempio, che gli alti e bassi che si sperimentano a livello emotivo potrebbero essere determinati anche dalle difficoltà relazionali. Queste difficoltà potrebbero manifestarsi come una forma di fatica nel regolare la distanza affettiva dall’altro, portando spesso a un’oscillazione tra due poli: una vicinanza eccessiva, che nel tempo diventa soffocante e spinge alla fuga, e una lontananza altrettanto estrema, che genera sensazioni di distacco, disinteresse e mancanza di coinvolgimento.
Questo funzionamento può ripercuotersi anche nelle relazioni amorose o lavorative. Ad esempio, sul lavoro si potrebbero creare quelle situazioni nelle quali si passa dall'estrema ammirazione per il capo o un collega, alla sua svalutazione e condanna definitiva. La conseguenza è quella di vivere situazioni molto instabili e altalenanti in tutte le sfere di vita. Questo tipo di funzionamento può essere quindi molto invalidante e angoscioso e può portare a vivere costantemente sulle montagne russe.
Conoscere, grazie alla diagnosi, il proprio modo di funzionare può dunque essere estremamente utile per comprendere meglio il proprio mondo interiore e le spinte emotive contrastanti, spesso difficili da gestire. Questo processo può permettere di avvicinarsi a quella "via di mezzo" che risulta così difficile da raggiungere. Si sviluppa così una maggiore consapevolezza di sé, che consente di prendersi cura delle proprie fragilità e della propria salute psichica. In questo modo, è possibile assumere una posizione di soggetto agente e uscire dalla passività del dolore.     

 

COME INTERVENIRE   

Se pensi che il tuo malessere possa essere ricondotto all’area di funzionamento borderline, non esitare a chiedere l’aiuto di un esperto psicoterapeuta per intraprendere una terapia.
Un supporto farmacologico calibrato può aiutare a contenere o stabilizzare gli sbalzi umorali e gli aspetti di impulsività, facilitando il processo di cambiamento portato avanti grazie al percorso terapeutico.
A volte, in queste situazioni, è utile anche un sostegno alla famiglia, soprattutto se il paziente è un adolescente o un giovane adulto. Il supporto genitoriale può consentire a tutto il sistema famigliare di assumere il giusto approccio e il giusto atteggiamento nei confronti di oscillazioni comportamentali ed emotive, che spesso risultano disorientanti non solo per la persona che ne soffre, ma anche per chi gli sta vicino.  

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