BULLISMO TRA I GIOVANI
COME RICONOSCERE IL BULLISMO
Il termine bullismo si riferisce ai comportamenti aggressivi che accadono prevalentemente in ambito scolastico. È un fenomeno deviante e sta diventando un’esperienza quotidiana sempre più diffusa tra i giovani, una forma di espressione del malessere sociale.
Sono esperienze di prevaricazione molto invalidanti che possono avere conseguenze negative sulla crescita dei ragazzi non solo nel momento in cui vengono subite, ma anche nel lungo periodo, perché possono lasciare un segno negativo nell’identità ancora in formazione dei giovani.
Il bullismo viene agito attraverso azioni aggressive messe in atto da un singolo o da un gruppo a danno di una persona più fragile, con l’intento di danneggiarla.
È importante sapere che non sempre i comportamenti aggressivi sono definibili come bullismo. Perché si possa parlare di bullismo è necessario che vi siano le seguenti condizioni:
- Reiterazione nel tempo: si tratta di azioni continuative e reiterate nel tempo, se sono esercitate una sola volta non sono ascrivibili al fenomeno del bullismo.
- Persecutorietà: una forma di accanimento costante e prolungato nei confronti della stessa persona.
- Asimmetria: la persona che subisce, cioè la vittima, è in una posizione di asimmetria perché è più fragile e tende a subire, spesso è isolata.
- Intenzionalità: le prevaricazioni vengono agite con il preciso intento di ledere.
I CONTESTI DEL BULLISMO
Uno dei contesti principali del bullismo tra i giovani è la scuola ma non ne sono esenti anche i contesti sportivi, il gruppo di amici, più in generale, l’ambito delle relazioni sociali, il parchetto, i mezzi pubblici; tutti quegli ambienti di vita quotidiana nei quali i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo. Negli ultimi anni, inoltre, si è sempre più diffuso tra i giovani anche il bullismo on-line, che prende il nome di cyberbullismo. In questo caso il ragazzo viene preso di mira e vessato attraverso i social network, giochi online, conversazioni via chat e forum.
BULLISMO: CONSEGUENZE PSICOLOGICHE
Il bullismo fa molto male a chi ne è vittima perché agisce come una forma di accanimento costante esercitato contro la persona e va a ledere e logorare, giorno per giorno, l’autostima di chi la subisce. Il fatto di non riuscire a reagire e difendersi, il venire isolati dal gruppo e dal contesto sociale, possono generare degli effetti psicologici tra i quali:
- senso di colpa e vergogna,
- stati depressivi,
- disturbi comportamentali,
- tendenza all’isolamento sociale,
- disturbi del sonno/insonnia,
- disturbi dell’appetito,
- disturbi psicosomatici.
Rimanere a lungo nel ruolo di vittima può avere conseguenze molto serie per la persona che subisce e, nei casi più gravi, può anche portare al suicidio.
BULLISMO: CHI SONO LE VITTIME?
Chiunque può diventare vittima di bullismo (è indifferente la classe sociale o l’essere maschio o femmina), ci sono tuttavia delle caratteristiche che possono favorire l’essere presi di mira come, ad esempio l’essere sensibili, riservati, timidi, avere difficoltà relazionali e, quindi, avere pochi o nessun amico, avere la tendenza a colpevolizzarsi e a sentirsi inadeguati.
La situazione è molto delicata e non può essere ignorata. È fondamentale la denuncia e la segnalazione di ogni atto di bullismo da parte degli adulti di riferimento, degli spettatori all’episodio e della stessa persona che lo subisce.
È molto frequente che le vittime di bullismo provino vergogna e paura per quello che subiscono. Questi sono sentimenti molto pericolosi, perché spesso paralizzano e inibiscono la possibilità di parlare e chiedere aiuto. Inoltre, peggiorano il senso di responsabilità per quello che sta succedendo. Invece, è fondamentale non attribuirsi la colpa. È molto importante non isolarsi e cercare aiuto tra le persone vicine.
BULLISMO: COSA FARE?
È fondamentale parlarne. È importante parlarne con i genitori e cercare con loro una strategia per denunciare questi episodi. Un’altra possibilità è parlarne con un amico e, se fa parte del contesto in cui avvengono gli episodi di bullismo, stare più spesso con lui, cercare degli alleati.
Se questi eventi accadono a scuola, può essere utile parlarne con gli insegnanti; magari con un insegnante che appare più sensibile a questi temi, e del quale si ha l’impressione di potersi fidare.
CHI È IL BULLO?
Il bullo agisce per esercitare il suo potere, che di solito viene condiviso con il gruppo e con gli altri soggetti, spettatori, che osservano la sua performance. Senza un pubblico, i bulli perdono il loro ruolo di dominio e spesso perdono interesse a portare avanti le loro azioni prevaricatrici. In una situazione di bullismo è molto importante non dare troppo peso al bullo: maggiore è il peso che gli viene dato, maggiore è la sua soddisfazione; è importante cercare di non farsi invadere dalla negatività di quello che accade.
Per farlo, può essere utile capire chi è davvero il bullo. Avere in mente un identikit del bullo forse può aiutare a non subire completamente la sua presenza, per non essere invasi solo dalla paura e dall’impotenza. Si tratta di ragazzi con personalità arrogante e inclini al narcisismo, che hanno la tendenza a dominare. Spesso hanno uno scarso rendimento scolastico, sono aggressivi, impulsivi e irascibili, non rispettano le regole e usano la violenza per raggiungere i loro scopi, non sono empatici. Scelgono di mettere in gioco la parte del bullo perché è l’unica scelta identitaria possibile che, nel dato momento, possa avere un senso per loro: in alternativa, ci sono solo il vuoto e la paura. In qualche modo non hanno scelta. Non sanno fare altro. Di solito sono ragazzi che avrebbero bisogno di essere aiutati.
BULLISMO: COSA POSSONO FARE GLI ADULTI?
Davanti al fenomeno del bullismo l’adulto è chiamato a svolgere compiti educativi complessi e per questo è importante che disponga di tutti gli elementi necessari per essere informato su come proteggere e aiutare i ragazzi vittime di bullismo. È compito degli adulti, genitori, insegnati, educatori sportivi essere attenti a eventuali episodi di bullismo. Spesso i ragazzi vittime di atti di prevaricazione non si confidano con i genitori o con i coetanei (di solito hanno pochi o nessun amico) per vergogna o perché pensano di dare una delusione o una preoccupazione.
Come genitori è importante non essere passivi. Il primo passo da compiere è di individuare i migliori alleati per affrontare questa grave situazione. È fondamentale non stare in silenzio, e considerare la situazione come pericolosa e di estrema urgenza. Se questi episodi accadono a scuola è importante rivolgersi al personale scolastico preposto a questo tipo di interventi.
È inoltre vitale monitorare la condizione affettiva del proprio figlio/a, prestando attenzione a comportamenti o eventuali segnali di disagio che potrebbero far ipotizzare che sia vittima di bullismo.
VITTIMA DI BULLISMO: QUALI SEGNALI?
Alcuni segnali di malessere conseguenti all’essere vittima di bullismo potrebbero essere:
- si ammala spesso
- non vuole andare a scuola,
- quando torna è triste e abbattuto,
- non ha amici o ne ha pochi,
- perde i libri,
- ha oggetti (come ad esempio la cartella) danneggiati,
- ha un calo nel rendimento scolastico,
- ha difficoltà nel sonno.
In presenza di questi sintomi è opportuno approfondire la situazione.
Infine, è importante ricordare ai propri figli che, se vedono episodi di bullismo, non devono mai restare indifferenti. Il primo passo per fermare un bullo è non partecipare, non sostenere, non ridere delle sue azioni di prevaricazione.
Speriamo che questo articolo sia stato utile ad approfondire l’argomento del bullismo e a fornire delle chiavi di lettura e intervento di una situazione così complessa e spiacevole.