Domande e risposte
PERICOLO DI BURNOUT: COME EVITARLO
Recentemente ho avuto un attacco di panico, in una situazione per nulla stressante. Sono preoccupato. Sono un uomo di 55 anni, ho dei ruoli di responsabilità nell’azienda per la quale lavoro. Ho sempre lavorato tanto, ci tengo a far bene e ad essere bravo in quello che faccio. Da un po’ di tempo a questa parte ho dei problemi…ho un’ansia molto forte. Un giorno ho dovuto persino fermare la macchina, per quanto stavo male. Ho difficoltà a concentrarmi, mi sento affaticato, confuso, e mi accorgo di non rendere bene sul lavoro e di non riuscire a tenere gli stessi ritmi di prima. La mia vita non è cambiata. E non so cosa mi sta succedendo. Che cosa posso fare? C.
IL PARERE DEL NOSTRO PSICOTERAPEUTA
Buonasera C.,
Nella tua richiesta descrivi una serie di aspetti che mostrano uno stato di stress e ansia, che stanno compromettendo il tuo rendimento sul lavoro. Quando il grado di sforzo personale e di tensione arriva a punti troppo alti, si può parlare di rischio di burnout (“rischio di andare a fuoco”). Cioè uno stato di esaurimento delle proprie energie personali, emotive e lavorative.
Questa condizione può presentarsi più o meno improvvisamente, costringendoti a fermarti, a causa del cortocircuito delle tue energie.
Gli stati d’ansia possono poi manifestarsi anche al di fuori del contesto lavorativo, come un campanello d’allarme che prende a suonare in situazioni che apparentemente non hanno a che fare con la fonte del tuo stress. Ad esempio può accadere che proprio nei momenti di relax, un attacco d’ansia compaia. Cioè nel momento in cui le tue difese per gestire l’ansia sono meno attivate.
BURN OUT: COSA PUOI FARE?
Una condizione di stress acuto ed esaurimento emotivo potrebbe ostacolare la tua carriera lavorativa che, da quel che mi dici, è una parte importante della tua vita.
Vorrei in primo luogo parlarti di alcuni accorgimenti quotidiani che possono aiutarti a ritrovare un maggiore senso di benessere, e un equilibrio tra le tue risorse personali e le richieste esterne.
Ti faccio alcuni esempi:
- “L’ultima cosa che faccio prima di dormire è lavorare al computer e controllare le e-mail": alla sera è necessario preparare corpo e mente per riposare. Un’eccessiva stimolazione causa un’attivazione difficile da smaltire. Questo ha degli effetti negativi sulla qualità e quantità del sonno. Riposare poco e male ovviamente influisce sulla concentrazione e l’attenzione al lavoro. Prova a porti dei limiti orari, oltre ai quali spegni il telefono e non lavori più. E’ possibile che la qualità del tuo sonno migliori.
- Il telefono aziendale è sempre acceso, anche nei week end: così come la notte, anche il week end è un momento in cui è necessario staccare. Se hai del lavoro da fare durante il fine settimana che non puoi rimandare, ti suggerisco di fissarti un momento preciso in cui occupartene. Ma per il resto del tempo, prenditi davvero una pausa.
- Mi capita spesso di saltare i pasti: un buon equilibrio alimentare è la benzina che permette al tuo corpo e alla tua mente di funzionare bene. Per affrontare una corsa occorre riempire il serbatoio; per giocare la tua partita, devi concederti il giusto rifornimento.
- Nel mio lavoro mi occupo di tante cose diverse: ogni giorno è necessario stabilire le “priorità della giornata”, lasciando direttamente per il giorno dopo tutta una serie di attività, che sai già non potrai affrontare. E’ bene concentrarsi su poche cose ed affrontarle in modo sistematico ed approfondito. Se una cosa è troppo lunga da risolvere in un giorno, datti un massimo di 3/4 giorni per farla. Poniti degli obiettivi chiari da portare a termine nella giornata e cerca di non cambiare il tuo programma.
- Tendo a lavorare spesso da solo e non faccio conto sui colleghi: a molti succede di fare così. Talvolta si ha l’impressione che nel condividere si possa perdere del tempo. Il segreto non è condividere, ma “delegare” i compiti che non riguardano strettamente la tua competenza. Soprattutto nei periodi in cui il lavoro è già tanto così.
- Non ho tempo per l’esercizio fisico: il vecchio detto ‘mens sana in corpore sano’ non è mai abbastanza noto. È davvero così, la tua mente per essere attiva e propositiva ha bisogno di un corpo che la sostenga.
- Non ho più tempo per gli amici e per la mia famiglia: la solitudine non aiuta a gestire lo stress. Anzia favorisce il focalizzarsi su pensieri stressogeni, e non ti aiuta ad abbandonare i pensieri relativi al lavoro.
QUANDO CHIEDERE AIUTO ALLO PSICOLOGO
E’ utile chiedere aiuto ad uno psicologo se stai vivendo un momento di malessere e non sai bene spigarti come mai. Anche perché, come dicevi nella tua richiesta, nulla nella tua vita è cambiato rispetto a prima.
Magari puoi essere cambiato tu? Ci hai pensato? Forse occorre fare un aggiornamento dei tuoi bisogni e delle tue priorità. In modo da recuperare le energie necessarie perché il tuo lavoro non risenta più di particolari contraccolpi emotivi.
Occorre fare un bilancio della tua situazione, per ottimizzare le tue energie in tutti gli ambiti che sono necessari a mantenere il tuo equilibrio: lavoro, famiglia, amicizie, hobby, divertimento.
Uno Psicologo – Psicoterapeuta può aiutarti ad affrontare (praticamente ed emotivamente) la condizione di stress che stai vivendo, sia essa transitoria o persistente nel tempo.
LE CAUSE DELLO STRESS LAVORATIVO
Il burnout non è un problema della singola persona, ma della sua interazione con l’ambiente di lavoro. Potremmo parlare di un problema nell’equilibrio tra risorse interne e richieste esterne.
Non c’è un’unica causa che determina una condizione di burnout.
Diverse ricerche parlano della presenza di un insieme di fattori che si possono dividere tra:
- Organizzativo: si riferisce a tutte quelle situazioni sfavorevoli legate all’ambiente e al ritmo di lavoro (es. orari di lavoro inadeguati, clima relazionale negativo, routine lavorativa, eccessiva richiesta/stimolazione quotidiana, stipendio inadeguato, ecc.)
- Individuale: si riferisce alle caratteristiche del lavoratore, che comprendono l’età, la motivazione individuale, la storia lavorativa, la situazione familiare ed economica, il grado di soddisfazione in relazione al lavoro, ecc.
Vorrei anche dirti che il burnout riguarda soprattutto quelle persone che sono molto dedite al proprio lavoro, e che hanno sempre investito tempo e risorse in esso, trovando in esso soddisfazioni e riconoscimento.
Persone cioè molto precise, impegnate, che tendono a voler avere il controllo della situazione sul lavoro e che sono un punto di riferimento per i colleghi in termini di motivazione e successo. Queste caratteristiche di base potrebbero indurre a mettersi troppo in gioco, a sfidare i propri limiti al punto da esaurire le proprie risorse.
COME RICONOSCERE IL BURNOUT: I SINTOMI
Il burnout si manifesta con una sintomatologia ampia, che coinvolge diversi piani legati al benessere dell’individuo:
Emotivo/cognitivo:
- perdita della concentrazione
- demotivazione sul lavoro
- perdita di interesse e piacere nello svolgere le proprie attività
- irritabilità/nervosismo
- rabbia
- sensazione di fallimento
Fisico:
- perdita di appetito
- disturbi intestinali
- difficoltà a dormire (insonnia)
- disturbi sessuali
- emicrania
- affaticamento e dolori muscolari
Relazionale/comportamentale:
- aggressività
- atteggiamento critico nei confronti di colleghi/utenti
- perdita di iniziativa
- tendenza al ritiro/trascuratezza delle relazioni affettive
- uso di sostanze (ad es. alcool)
Caro C.,
ho cercato di darti un quadro generale sul tema del “Pericolo da Burnout”. Occorrerebbe poi raccogliere elementi più specifici rispetto alla tua situazione per calibrare la strategia adatta a te ed al tuo contesto lavorativo.
Un saluto.
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