Domande e risposte
È difficile amare chi sta male
Ho avuto una relazione di otto mesi con un ragazzo che ha vissuto esperienze emotivamente difficili in passato. Dopo una serie di conflitti, abbiamo fatto una pausa di qualche settimana per capire se ci fossero ancora dei sentimenti. Ho lavorato su me stessa, e la relazione è migliorata. Tuttavia, un paio di settimane fa, mi ha detto di sentirsi confuso e insoddisfatto della sua vita, che i suoi problemi interni si riflettevano anche sulla nostra relazione. Nonostante mi amasse, sentiva di non capire cosa provava e temeva di farmi soffrire. Ha deciso di chiudere per prendersi del tempo, ma mi ha anche scritto dicendo che gli mancavo. Durante un incontro, ha riconosciuto che la stabilità della nostra relazione lo spaventava, forse per i traumi passati. Mi ha detto di non immaginarsi un futuro con me, ma anche che senza di me starebbe male. Abbiamo deciso di prendere una nuova pausa senza sentirci. Mi chiedo se dovrei lasciarlo andare o se questa confusione è una fase che potrebbe risolversi con un aiuto.
Traumi e paura della stabilità
Sarebbe utile per sviluppare una riflessione, comprendere meglio quali traumi abbia vissuto il tuo ragazzo. Certo è che chi ha vissuto situazioni dolorose, che hanno lasciato un segno, tende a tenerne memoria, cioè le sue aspettative sul presente e sul futuro possono subirne l’effetto. Come qualcosa di irrisolto, non elaborato che rimane attivo. Spesso tali effetti possono non essere del tutto consapevoli: la psiche trova le sue modalità difensive per tenersi al sicuro. Ad esempio, la persona potrebbe essere reattiva, tendere a non fidarsi, rimanere sulla difensiva, far fatica ad investire sulla relazione, perché influenzata da esperienze pregresse che l’hanno fatta soffrire. Paradossalmente, in questi casi, una relazione stabile, può attivare il timore di mettersi in gioco a causa della paura di soffrire ancora; dunque, possono emergere movimenti di fuga o posizione di grande ambivalenza rispetto alla relazione.

Confusione sui sentimenti
Spesso si tratta di persone bisognose, che possono sentirsi confuse rispetto ai propri sentimenti. Può accadere che il bisogno di protezione e di sicurezza, non lasci spazio ad altri sentimenti, compreso l’amore. Il forte “bisogno” può rinforzare pensieri contraddittori, come quelli che descrivi nella tua domanda: «Ti amo, ma non so cosa provo» o «Senza di te starei male, eppure non mi vedo con te in futuro».
Mi sembra che queste frasi possano ben mostrare quanto il tuo ragazzo possa essere confuso e stia probabilmente vivendo un notevole conflitto interno rispetto alla vostra relazione, difficile da risolvere. In sostanza, mi sembra vivere sentimenti e pensieri contrastanti.
Non è facile aiutare chi sta male
Certo, credo potrebbe essere utile chiedere un consulto psicologico. Di solito un parere professionale, neutro ed esterno alla relazione, può aiutare ad avere un quadro più chiaro. Per chi è coinvolto da vicino, come te, è difficile risolvere i problemi dell’altro, perché il più delle volte si attivano dinamiche emotive potenti e distruttive, dalle quali si può essere schiacciati.
Attenzione a non diventare il “capro espiatorio della situazione”. Cosa intendo dire? Talvolta le persone che stanno male, facendo fatica a riconoscerlo, tendono ad imputare a cause esterne la responsabilità del loro star male: “non sto bene con te, perché non sei la donna che fa per me”. Invece spesso chi sta male, non sta bene con nessuno, proprio perché sta male.
Se senti che il peso comincia a superare le tue risorse, non esitare a cercare un/una psicoterapeuta: un sostegno professionale può aiutare ad affrontare questo momento difficile, qualunque forma prenda la relazione in futuro.
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