Domande e risposte
BULLISMO IN ADOLESCENZA
Buongiorno,
sono il padre di un ragazzo di 12 anni che frequenta la seconda media. Mio figlio è un ragazzo timido e riservato, è abbastanza bravo a scuola, ha pochi amici, ed in gruppo non si trova bene. Per sbaglio la scorsa settimana aveva dimenticato il cellulare a casa e ho avuto modo di vedere dei messaggi a lui rivolti dalla chat di classe e mi sembra che sia vittima di bullismo. Gli rivolgono delle minacce e alludono a dei favori che lui deve fare per un gruppetto di ragazzi. Io e mia moglie non ci eravamo accorti di nulla, siamo molto preoccupati e ci sentiamo responsabili per non esserci mai accorti di nulla. Dobbiamo intervenire o peggioriamo la situazione? E come è più opportuno farlo?
F.
IL BULLISMO - IL PARERE DEL NOSTRO PSICOTERAPEUTA
Gentile F.,
la ringrazio per averci contattati, capita spesso che i ragazzi vittime di atti di prevaricazione non si confidino con i genitori per vergogna, per non dare una delusione o una preoccupazione ai genitori, o temono di essere rimproverati. Quindi tendono a tenere tutto nascosto, salvo poi soffrirne e riportare delle ripercussioni a livello emotivo.
Davanti al fenomeno del bullismo la famiglia è chiamata a svolgere compiti educativi complessi e per questo è importante che i genitori dispongano di tutti gli elementi necessari per essere informati su come proteggere e aiutare i propri figli. Proverò di seguito a fornirvi alcuni elementi per poter discernere se si tratti di fenomeni di bullismo o di episodi di prepotenza all’interno della classe (che sono ugualmente scorrette ma generano degli effetti meno pervasivi). Cercherò di fornirvi gli elementi per capire come sia più opportuno intervenire.
COME AFFRONTARE LA SITUAZIONE
Il termine bullismo non si riferisce a un qualsiasi comportamento aggressivo o scorretto effettuato da una o più persone, non basta un episodio perché vi sia bullismo. E’ importante comprendere se il ragazzo viene bullizzato, oppure se subisce episodi di violenza. Questo è importante per individuare la giusta strada da perseguire.
QUANDO SI TRATTA DI BULLISMO?
- Il comportamento vessatorio e di minaccia è reiterato nel tempo
- I comportamenti vessatori sono di natura verbale, fisica o psicologica, sessuale
- Sono posti in essere da un individuo o da un gruppo nei confronti dello stesso individuo
- Solitamente l’individuo vessato è isolato o più debole
Esempi di bullismo: esclusione dal gruppo, diffusione di maldicenze sulla persona, minacce, appropriazione indebita di oggetti della persona, percosse rivolte alla persona, costrizioni nel fare o nel dire qualcosa contro la sua volontà.
La situazione è molto delicata e non può essere ignorata. E’ fondamentale la segnalazione di ogni atto di bullismo.
La difesa della vittima e il contenimento degli atti di bullismo pongono di fronte a problemi di segretezza e di riservatezza. E’ importante che i fatti vengano individuati con sufficiente certezza, dopo di che nel suo caso è fondamentale informare la scuola, cioè i professori e la preside e prenderanno i più opportuni provvedimenti per fermare questi episodi.
Quanto appena detto, va calato poi nella situazione specifica. Ed è fondamentale che voi genitori teniate conto dei tempi di vostro figlio e delle difficoltà che potrebbe vivere in caso di segnalazione dei fatti. E' importante che il ragazzo venga coinvolto nel processo decisionale, messo al corrente dei passaggi necessari e di quando e come le cose succederanno. In un clima il più possibile chiaro e coerente. Se il ragazzo non dovesse volere procedere nelle comunicazioni necessarie, dopo avergli dato il tempo necessario per cambiare idea, è utile che i genitori prendano la responsabilità nel procedere comunque al riguardo.
COME AIUTARE IL RAGAZZO BULLIZZATO?
Ecco qualche spunto:
- aiutarlo ad uscire dall’ isolamento relazionale in cui si trova.
- facilitare e promuovere la compagnia di compagni protettivi
- porre attenzione all’emergere di eventuali paure e preoccupazioni, sensi di colpa, vergogna. E offrire tutto il supporto necessario ad affrontarli.
COME AIUTARE IL RAGAZZO BULLO?
So che per i genitori del ragazzo bullizzato non è semplice. Va detto però che si tratta sempre di ragazzi, e che forse non hanno piena consapevolezza delle loro azioni. Non vanno giustificati, ma aiutati a trovare un ruolo sociale alternativo. Da recenti ricerche e sperimentazioni è emerso che atteggiamenti giudicanti e punitivi nei confronti dei bulli non li aiutano all’assunzione della responsabilità. Ma anzi attivano in loro la sensazione di essere vittime a loro volta, e rinforzano alla lunga atteggiamenti aggressivi e sfidanti e di bullismo. E’ utile invece proporre loro esperienze riparative, che consentano di sperimentare il prendersi cura, la vicinanza, il rispetto. Ad esempio attività pro-sociali, oppure di volontariato anche all’interno della scuola: biblioteca, orto, ecc.)
E GLI SPETTATORI SILENZIOSI DELL'ACCADUTO?
Anch’essi sono stati parte integrante dell’atto di bullismo. Perché hanno guardato, hanno riso, oppure non hanno detto nulla, magari per paura. E’ importante che anch’essi prendano coscienza di ciò cui hanno partecipato, magari senza accorgersi.
IN CONCLUSIONE....
Come vede la situazione ha una certa complessità, perché c’è più di una prospettiva da tenere in considerazione. E’ fondamentale appoggiarsi alla scuola, che potrebbe anche avere un “protocollo di intervento” al riguardo di queste situazioni.
Nel caso che suo figlio sia stato vittima di episodi di violenza, e non effettivamente bullizzato, comunque è opportuno non sottovalutare la cosa, approfondire con il ragazzo e mettere a conoscenza qualche insegnante dell’accaduto, per capire assieme come affrontare la cosa.
E’ OPPORTUNO FARSI AIUTARE DA UNO PSICOLOGO?
In questi casi lo psicologo è a mio parere un esperto da consultare. Provi a chiedere se esiste questa figura all’interno della scuola e prenda immediatamente un appuntamento. Questo credo la potrebbe aiutare a farsi chiarezza sulla situazione che state vivendo e sulla direzione da prendere.
Potrebbe essere utile per suo figlio confrontarsi con uno psicologo:
- per sentirsi libero di poter dire come si sente, senza essere giudicato
- per essere aiutato a rielaborare quanto accaduto
- aiutarlo a stemperare eventuali sensi di colpa o sensi di inadeguatezza e di vergogna
- rinforzare l’autostima e la capacità di essere assertivi quando è necessario
- riavviare un buon rapporto con la scuola e con la classe
SINTOMI DEL BULLISMO
Nella vittima di bullismo possono insorgere:
- stati depressivi
- disturbi comportamentali
- tendenza all’isolamento sociale
- disturbi del sonno e dell’appetito
- disturbi psicosomatici.
La debolezza della vittima può dipendere da caratteristiche personali o socioculturali.
Nel bullo possono manifestarsi:
- disturbi dell’umore
- possibilità di problematiche relazionali
- fallimenti scolastici
- condotte anti-sociali
Negli spettatori silenti
- paura e stati di ansia generalizzata
- ridotte abilità pro-sociali
- adozione di comportamenti aggressivi
DEFINIZIONE DI BULLISMO
Forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di ragazzi considerati deboli o incapaci di difendersi. Con il termine bullismo ci si riferisce principalmente a fenomeni di violenza tipici dell’ambiente scolastico o in contesti sociali gruppali giovanili.
TIPI DI BULLISMO
- bullismo fisico
- verbale diretto (insulti, ecc.)
- verbale indiretto (denigrazione sociale, maldicenze, ecc.)
- omofobico
- a sfondo razzista
- relazionale (isolamento della vittima)
- manipolativo (manipolazione dei rapporti sociali della vittima, compromissione della sua reputazione, ecc.)
- elettronico (cyberstalking, diffamazione online, ecc.)
LA DIFFUSIONE DEL BULLISMO IN ITALIA
Il problema del bullismo è molto diffuso in Italia. Dai dati Istat che hanno fotografato la situazione del bulismo nel 2014, è emerso che il 50% dei ragazzi ha subito un episodio offensivo, non rispettoso o violento. Nel 22,5 dei casi si è trattato di ragazzini tra gli 11 e i 13 anni che hanno subito costanti comportamenti offensivi e nel 17,9% dei casi si è trattato di adolescenti tra i 14 e i 17 anni che hanno subito sempre episodi di bullismo.
Questi dati ci dicono che in Italia un ragazzino su due è vittima di episodi di prevaricazione, per questo è fondamentale la sinergia tra famiglie, le scuole e le istituzioni, oltre a un monitoraggio costante dei social media.
Un saluto.
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