RESILIENZA SUL LAVORO
Il mondo del lavoro è oggi sempre più competitivo e mutevole e richiede un investimento importante di risorse personali e competenze trasversali. In questo articolo approfondiremo la resilienza.
DI COSA SI TRATTA?
La resilienza è la capacità di fronteggiare e riorganizzare in maniera adattiva la situazione in cui ci si trova in seguito ad un evento problematico.
Perché è un’importante risorsa nei contesti lavorativi?
Gli ambienti professionali attualmente sono caratterizzati da rapidi cambiamenti, diventando sempre più sfidanti, imponendo alle persone la necessità di essere resilienti, flessibili, adattive e di saper gestire le situazioni imprevedibili.
Ad esempio, una riorganizzazione aziendale, il rischio di perdere il lavoro, o un effettivo licenziamento, oppure la convivenza con colleghi con cui non si va d’accordo possono essere tutte situazioni stressanti per il lavoratore, che si trova costretto ad affrontare eventi inaspettati, talvolta anche traumatici.
CARTATTERISTICHE DEL LAVORATORE RESILIENTE
Cosa significa essere un lavoratore resiliente? La capacità di mantenersi ad una giusta distanza dai problemi che sopraggiungono è fondamentale. Ciò implica cercare di non perdere la calma di fronte agli imprevisti, che di solito a primo acchito spaventano e costringono ad un adattamento forzato. Quindi, darsi il tempo di riflettere, di elaborare l’accaduto e maturare la propria prospettiva sui fatti può essere utile. Talvolta, un confronto con i propri colleghi fidati ed entrare in un’ottica di collaborazione reciproca può diminuire il senso di spaesamento e di timore, aiutando a rimanere concentrati sugli obiettivi che ci si prefissa.
REAZIONI POSSIBILI ALLO STRESS
Situazioni particolarmente stressanti sul lavoro possono portare stati d’ansia, rabbia, depressione, da cui derivano anche importanti conseguenze psicologiche sull’individuo.
Ad esempio, la persona potrebbe avvertire un forte senso di impotenza ed una conseguente tendenza a passivizzarsi; una scarsa fiducia in se stessi, determinata da situazioni vissute come fallimentari; o avvertire come persecutori gli eventi che sopraggiungono (sono tutti contro di me, mi vogliono sabotare o emarginare). Insomma, possono essere davvero tanti i modi di reagire alle situazioni esterne, soprattutto se colgono di sprovvista e riguardano un contesto di vita molto importante, come quello lavorativo.
BUONE PRATICHE DI PROTEZIONE
Per questo è necessario rallentare e darsi il tempo di riflettere e comprendere.
La resilienza agisce come fattore di protezione, consentendo di adottare strategie dirette alla soluzione del problema e aiutando a contenere le possibili reazioni emotive, preservando la possibilità di vivere la propria vita professionale in maniera costruttiva, pur trovandosi di fronte a situazioni stressogene.
Una persona resiliente vive la difficoltà sul lavoro non come qualcosa di tragico, ma come qualcosa che può essere affrontato. Anche gli errori, i fallimenti, che tante volte sono parte della vita professionale, diventano una componente importante dell’esperienza, che purtroppo non si può evitare. Per questo è molto importante trovare un modo di integrare tale difficoltà come una componente possibile dei processi di vita. Ciò consentirà che gli eventi negativi non minino il senso del valore di sé. Le persone resilienti integrano gli eventi negativi, non si adattano in maniera “passiva” a qualunque tipo di cambiamento, ma si riconoscono un ruolo “agente” nelle situazioni. Per questo riescono in maniera forse meno conflittuale e più fisiologica a scegliere il cambiamento, ad esempio lasciare un posto di lavoro o cercare un nuovo contesto lavorativo possibile.
PER CONCLUDERE
La resilienza non si configura come statica, ma è il risultato di una interazione dinamica tra individuo e ambiente; è di fatto un processo, quindi qualcosa che si costruisce e che evolve con il cambiare dell’individuo o del gruppo di cui fa parte, e che consente una buona “tenuta” lavorativa e una gestione delle problematicità del contesto.